Google e privacy

Mah… parlare di privacy al giorno d’oggi mi sembra alquanto anacronistico. Voglio dire, se c’è un problema di privacy, ai giorni nostri, non è legato a M$ (fermo restando le giuste osservazioni che avete espresso nei post precedenti) ma, casomai, a Google.
Quello che è successo a quella azienda, non ha precedenti storici, per ragioni che possono non apparire immediate, ma che prendono forma, se si uniscono i puntini.
Google si è trovata ad avere più informazioni delle stesse agenzie governative. A questo punto (qualcuno dice che) i signori in giacca e cravatta sono andati a bussare ai server di MW, chiedendo “gentilmente” di averne accesso. Il paradosso è nato da un fatto semplice ma per nulla scontato. E cioè, se io sono una agenzia governativa e, diciamo, ho intenzione di spiare i miei cittadini, tecnicamente parlando non posso farlo dall’oggi al domani. Questo perché, giustamente, devo presentare delle richieste che devono passare al vaglio della corte federale ecc., con dei tempi a volte lunghi. Poi corro anche il rischio che, se la notizia trapela, mi troverò contro associazioni per i diritti umani e della Rete, giornali, blog, informazione più o meno indipendente. E poi magari qualche politico che fa ostruzionismo, e via discorrendo. Tutto comprensibile, visto che si parla di privacy e dati sensibili. E adesso arriviamo a Google. Per quale motivo, ad un certo punto, queste agenzie federali si sono trovate costrette a rivolgersi a MW? E perché questi “nerd” hanno più dati loro? Perché quei dati, glieli abbiamo forniti noi. Quindi, legalmente parlando, Google non viola nessuna legge. Si capisce quindi cosa è sucesso…
Abbiamo delle agenzie federali che devono sottostare a delle procedure a volte lunghe, burocratiche, e per nulla scontate mentre Google no. Google non deve chiedere niente a nessuno. Non deve aspettare che una Corte approvi nulla perché “quel potere” di agire in questo modo glielo diamo noi, tutti i giorni, tutte le volte che usiamo uno (o più) dei loro serivizi. E i dati glieli forniamo “in tempo reale”. Ecco perché si è reso necessario che agenzie come la NSA (per esempio) avessero accesso ai server di MW. Era inevitabile. La cosa sulla quale bisognerebbe riflettere è: perché se vengo a sapere che la NSA raccoglie informazioni scoppiano casini e proteste in giro per il mondo, ma se lo fa Google no? Ah si, perché a Google il permesso glielo abbiamo dato noi… giusto?
Il fatto è che, al giorno d’oggi, è diventato quasi impossibile non utilizzare almeno un servizio che non sia di Google. La loro forza, che poi è anche il progetto che stanno percorrendo da anni, è quella di integrare più servizi insieme. E se guardiamo a cosa è diventato adesso Google, c’è da mettersi le mani nei capelli. Si può ben capire che avere una tale mole di dati (sopratutto sensibili) è il sogno di qualsiasi pubblicitario (se si vuole “monetizzare”) e a pari passo il sogno di qualsiasi governo che punti alla sorveglianza totale causa terrorismo = gente che vuole restituirci (con il conto) il male che gli abbiamo fatto in precedenza…

In USA esisteva il Privacy Act che era un insieme di leggi che tutelavano appunto la privacy dei cittadini americani. Bisogna anche dire che erano tempi diversi, dove non esistevano neanche i telefoni cellulari. Però l’idea era giusta, nella sua proposta iniziale, perché era nata per garantire una certa tutela, anche se in tempi non di terrorismo, ma comunque in piena Guerra Fredda, ed appena ritirati (gli USA) dalla guerra in Vietnam.
Mi scuso per essere andato un po’ OT, ma quello che volevo dire è che, a mio personale parere, non c’è da preoccuparsi più di tanto per Microsoft, fermo restando che come tutti sappiamo (proprio tutti?) Microsoft (e molti altri colossi) sono stati obbligati (per le ragioni che ho indicato prima) ad aprire le porte alle agenzie federali.

Posto qui sotto la lista dei servizi di Google attualmente in utilizzo (compresi quelli dismessi) giusto per riflettere un secondo.

PS
Il link è quello americano perché ho notato che quello italiano, forse perché non aggiornato, non ne riporta neanche la metà.

Leggetelo bene. Leggete TUTTI i servizi di cui dispongono. Poi traete le vostre conclusioni…

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Piccola postilla, - non è di per sé un bene assoluto, ma di fatto è così, e non so se vale per le altre aziende che profilano, - comunque, Google NON rivende a terzi i dati che raccoglie (interessi, ricerche, yt, ecc). Quei dati li utilizza internamente come bene sappiamo per indirizzare le campagne ADS. Non può rivenderli per il semplice fatto che è la materia prima su cui campa. È come se la Shell invece di vendere il petrolio raffinato vendesse petrolio grezzo, semplicemente non le conviene.
Una prova a favore di questa osservazione? Tutti cercano di profilare gli utenti. Se Google vendesse questi dati non avrebbero bisogno di creare piattaforme all’uopo (ma come scrivo?).

Non ho un link a supporto della mia tesi, ma lo farò avere presto.

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