Analfabetismo funzionale

http://www.italyjournal.it/2015/08/25/analfabetismo-funzionale-italiani-ai-vertici/

E niente, poi leggi questo articolo e capisci perchè cercare di discutere qualsiasi argomento con certa gente è perfettamente inutile.
A scuola ti “insegnano” solo a studiare a memoria, difficilmente ti viene chiesto di usare la testa per ragionare e questi sono i risultati. Probabilmente buona parte del 53% che non rientra in questa statistica a mio avviso ha frequentato un liceo classico dove (quanto meno) la testa te la fanno usare per forza quando studi filosofia…

P.S. questo spiega perchè abbiamo avuto per 20 anni Berlusconi, avremo per 20 anni Renzi e abbiamo avuto per 20 anni Mussolini…

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@cycomarco ma il tuo scopo nella vita è quello di farmi deprimere?

…no, te lo chiedo perchè ci stai riuscendo perfettamente casomai avessi qualche dubbio… :weary:

Ahahah si! :stuck_out_tongue_closed_eyes:

A parte gli scherzi, questa è una intervista che risale al 2008, ma che, aihmè, è sempre attuale.

Ma, guarda, io non ne farei un problema di tipologia di studio o di capacità di comprendere/usare poche o tante parole e studiare filosofia non fa necessariamente usare di più la testa che studiare storia o diritto o economia ecc…, il problema è come ti insegnano le materie e soprattutto qual’è il grado di capacità di valutare criticamente quello che apprendi e la capacità di discernere tra quello che è vero e quello che non è vero, tra quello che è giusto e quello che è sbagliato.

Il più grosso problema, a mio avviso, è l’uniformità dell’informazione.
Quando non esiste una critica e quello che viene detto in TV (cioè la fonte del 95% dell’informazione comune) e tutti i canali dicono le stesse cose facendo in modo che ogni opposizione critica venga isolata e derisa senza a prescindere da quello che viene detto, diventa impossibile sviluppare la propria capacità di discernere, valutare e scegliere.

In questo senso è esemplare la risposta che da il prof. De Mauro al termine dell’intervista alla domanda di cosa pensa di internet come fonte di informazione e conoscenza.

Il problema è che anche in internet trovare fonti in grado di dare una informazione alternativa e critica aquello che viene passato dalle maggiori tv è tutt’altro che facile, ed è ancor più difficile riuscire a valutare e scegliere tra tutto quello che si legge.
Uniamo a quanto sopra il fatto che ormai pochi hanno il tempo e la voglia di conoscere e capire per scegliere con cognizione, e si può probabilmente stimare (per eccesso) che di quel “53% che non rientra in questa statistica” solo il 5% è realmente informato e in grado di valutare con cognizione di causa.

Il che in democrazia significa che il restante 95% vince.

Edit
p.s.
E se si pensa che un post lungo più di 20 parole, può essere considerato un pistolotto da skippare immediatamente invece di utilizzarlo per iniziare un approfondimento, si può intuire la quantità di vuoto interstellare che riempie molti cervelli.

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Appunto…e fidati, la scuola è la prima che ti insegna a NON fare certe cose. Lo studio di alcune materie, generalmente di natura umanistica, è la sola che ti sprona ad avere un pensiero critico.

Ho assistito a scene in cui gli esami (anche universitari) venivano fatti sulle NOTE a piè di pagina su un determinato libro (quando magari per un esame solo te ne dovevi studiare minimo 4 o 5). Ti pare il modo di far apprendere un concetto ad uno studente?

Così come è vero che chi critica il concetto di un libro viene cazziato dal 90% dei professori, anzichè essere elogiato perchè ha avuto l’ardire di avere un’opinione diversa, di saperla esporre e argomentare (questo indica anche che il concetto di un argomento è stato appreso o no??? anzichè averlo studiato a memoria per dimenticarsene nel giro di pochi mesi…)

Lo stesso concetto si applica all’informazione TV. Chi ha un pensiero critico non si accontenta di quello che sente in tv o per radio e non si accontenta di leggere le informazioni (se vogliamo chiamarle così) false e tendenziose di tutta quella valanga di siti che falsificano le notizie per fare click baiting , ma va a cercarsi le fonti originarie per poi formarsi la sua opinione.

Non è di molto tempo fa la notizia di quello studente di Bologna 20enne arrestato per aver diffuso notizie false atte ad alimentare l’odio razziale contro gli immigrati (che adesso va di moda) e che spammava tutto su FB…dove altri pecoroni condividevano la notizia diffondendola come un virus e spacciandola per vera… Intervistato per sapere i motivi di quello che pubblicava è stato molto chiaro: “per soldi”…

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io rimango comunque dell’idea che la TV abbia un certo peso sulla questione. E mi spiace che non se ne parli mai e che non si dica in maniera chiara che, per moltissimi cittadini, la televisione è una droga, e delle peggiori pure, perché genera mostri e incubi, paure e fobie, senso di impotenza ed inadeguatezza. Proprio una droga del caxxo.
Perchè dico droga? Perché l’ho sperimentato sulla mia pelle cosa vuol dire smettere con la televisione. E perché sono strasicuro che se dovessimo davvero fare un test, a livello nazionale (ma anche mondiale) una altissima percentuale di persone andrebbe fuori di testa… darebbe di matto… non sapendo più che ■■■■■■■ fare delle ore libere. Altri invece, magari, ricomincerebbero a Vivere, sperimentando e riacquistando un graduale ma costante senso di sicurezza (passata la prima fase di smarrimento). Molto più Tempo libero (e Tempo lo scrivo in maiuscolo perché il valore e il significato del Tempo che abbiamo qui, su questa terra e in questa vita, non è quantificabile). E’ troppo prezioso per essere buttato via per guardare, tutti i santi giorni, delle facce di caxxo che raccontano menzogne dalla mattina alla sera, e non parliamo della pubblicità che ormai è onnipresente, e pubblicizza… plastica e sogni di plastica.
Si… sarebbe davvero interessante sperimentare 2 o 3 mesi con l’assenza assoluta di televisione (e perchè no anche di Internet, anche se ovviamente non sono sullo stesso piano… ci mancherebbe). :hand:

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Infatti…

ROMA - Per strano che possa sembrare, l’Italia, nell’antichità culla della cultura e del sapere, oggi è diventata patria dell’ignoranza. Secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio Perils of Perception, per Ipsos-Mori, la maggior parte delle persone “ignora” la realtà che e non conosce come stanno realmente le cose.
La ricerca ha analizzato le conoscenze dei cittadini su diversi temi di pubblico interesse: dal tasso di disoccupazione agli immigrati, dall’aspettativa di vita alla percentuale di cristiani e di musulmani e molte altre. Ebbene in tutti i paesi analizzati (oltre all’Italia, Polonia, Francia, Spagna, Germania, Belgio, Ungheria, Svezia, Gran Bretagna, Giappone, Corea del sud, Australia, Canada e Stati Uniti), la conoscenza di molti temi di pubblico interesse sono risultate bassissime. Decenni di cattiva informazione e di disinformazione hanno ottenuto i risultati sperati e oggi gli italiani non sanno cosa avviene intorno a loro.

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