E perché mai? Quel romanzo (visionario, geniale e premonitore) lo hanno letto tutte le classi sociali. Il povero e la classe media avranno pensato: “Azz! speriamo che non si avveri nulla di quello c’è scritto…” - ma mi immagino anche una ipotetica risposta di altri: “Figurati! Non succederà mai… schermi in tutte le case? tecnologia così avanzata??..” (non dimentichiamo che è stato scritto nel '48, da cui il titolo su cui l’autore ha voluto “giocare”).
Ma veniamo alla “alte sfere” e cosa possono aver pensato (premettendo che, come sempre - e soprattutto da inizio secolo - hanno avuto - e hanno tutt’ora - accesso a tecnologia che la maggior parte delle gente avrà modo di conoscere molto più in la…) : “Hmmm, però… visionario questo Orwell! … Certo che unà società così… un mondo così potrebbe fare comodo. Se - per esempio - vogliamo (e lo vogliamo) espandere la nostra egemonia (non solo in campo economico) una situazione in cui, anziché avere centinaia di Stati sparsi per il globo terracqueo, con le loro Leggi e Costituzioni - avessimo 3 blocchi (ma anche 2) dove, fondamentalmente, all’interno e all’esterno di essi vigono le stesse Regole di Mercato (ovviamente Mercato d’assalto) sicuramente avremmo molti meno problemi ad “imporci”. Una condizione del genere, va da sé, aprirebbe le porte ad una “globalizzazione” non solo delle merci, ma anche (e soprattutto) delle Culture che, forzate a convivere e a mischiarsi insieme, anziché rafforzarsi - e con questa scusa passeremmo anche per “progressisti” (la sinistra ne sa qualcosa) - si indebolirebbero a causa dei conflitti interni, legati soprattutto alla perdita di identità ed economica, che noi stessi potremmo imporre. Beh! che dire signori… questo Orwell è un genio!”
Stavo solo fantasticando sulle possibili reazioni della gente dopo la lettura (diciamo nei primi anni '50) di un romanzo come quello… ora pensiamo alla situazione attuale e in particolare a “questa” Europa e al suo sistema “euro”…
Edit (5-12-2016)
Riprendo il post dopo aver letto questo articolo:
Fa riflettere, non solo per il numero di persone a rischio povertà, ma anche (e soprattutto, a mio avviso) per il fatto che “questi” numeri sono correlati all’abbassamento del costo del lavoro che i popoli europei hanno dovuto subire in questi anni. Non è possibile che avendo un lavoro “regolare” e di 8 ore si debba essere a rischio povertà. E poi anche questo “rischio” bisogna vedere con quali parametri lo si giudica e lo si applica, ai fini delle statistiche, perché una famiglia, che magari riesce appena a stare a galla viene sì definita a rischio, ma povera, in certo qual modo, lo è già. In un paese dove si ha una certa cultura e un dato progresso tecnologico, nonché Democratico per Costituzione, il non poter (per esempio) mandare un figlio ad una certa facoltà , o il dover ripiegare su alimenti scadenti quando si fa la spesa al supermercato “perché costano meno” è già di per sé indice di povertà… comunque, l’articolo citato sopra è preoccupante se si applica una visione più ampia del quadro politico-economico che si sta affacciando all’orizzonte. Se consideriamo ad esempio che i sindacati stanno contrattando (e sono già nella seconda fase) lo slittamenento progressivo della sanità da pubblica a privata le preoccupazioni aumentano. La mia personale preoccupazione (per tornare In-Topic), nello specifico, è che si venga a creare una situazione (pilotata o casuale non avrebbe più alcuna importanza, una volta finiti in miseria) dove per far fronte a problemi che vengono spacciati come insormontabili, si applichi, ancora una volta, lo stesso vecchio schema, dove viene proposta una “soluzione” che però soluzione non é.
Il rischio, in uno scenario dove (per ipotesi) mezza Europa è alle corde, è che si tenti di riformare, modellare… globalizzare, non più solo gli stipendi (cosa che come abbiamo visto sta già avvenendo) ma anche le menti delle persone, facendogli credere che “non esiste comunque soluzione migliore…”. Uniformare l’Umanità facendo passare questo totalitarismo-a-blocchi come democrazia… uguaglianza.
Certo, non è facile (e non lo sarà mai) conciliare le Razze, le Culture e soprattutto le Religioni, perché, in ultima analisi, quello che gli Uomini intraprendono su questa Terra è un cammino. E per forza di cose, quando si cammina, qualcosa succede.
Anche la tecnologia dovrebbe metterci in guardia in questo senso. Così come non dovremmo affidare ciecamente la nostra vita, le nostre emozioni ecc… alle macchine. Ci furono molti film dove si parlava di questo aspetto. Anche film di fantascienza, dove immancabilmente ci sono degli alieni che, oltre ad essere tecnologicamente avanzatissimi, sono però freddi, quasi distaccati… quasi inumani, appunto.
Non si può accettare che per risolvere i conflitti si debba “necessariamente” disumanizzarsi, come vorrebbero certi filantropi, per il famoso bene comune. E non perché sia necessariamente sbagliato, ma perché risulterebbe in una forzatura. Un processo mentale e culturale non ancora risolto, non solo con “l’altro” ma anche e soprattutto con noi stessi.
Ecco il rischio più grande che si corre, quando un manipolo di cialtroni tiene in scacco tutto il pianeta.
Il Grande Fratello è la perversione ultima, l’atto finale di questo processo. E sì, credo che Orwell, sotto le righe, intendesse lanciare un monito. Ora la sfida è aperta, e starà a tutti noi cercare di capire dove stiamo andando, cosa sono davvero i soldi e cosa è la paura, l’isolamento.
“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono” diceva Malcom X
Sovvertimento delle parole, del significato e della concezione che abbiamo dei termini. Ecco che il Ministero della Pace diventa l’organo preposto per fare le guerre, in antìtesi tra il nome e il suo scopo (vedi: guerre “umanitarie”, fuoco “amico” e via discorrendo) come anche il Ministero della Verità che si occupa di gestire l’informazione e di rimbalzo la Cultura della popolazione (vedi: informazione sempre più falsa, uniformata e censurata, spin-doctor ecc…)
Problematiche esposte anche in Fahrenheit 451
Rimango sempre speranzoso per il futuro e comunque cerco di essere ottimista (per disperazione? )
Andiamo avanti… chi vivrà vedrà